GASLIGHTING: L’INVISIBILE VIOLENZA PSICOLOGICA

A cura di Fabiana Forte e Laura Uccello – Psicologhe

Ogni giorno l’esperienza di operatrice all’interno di un centro antiviolenza mi pone dinnanzi al dato che la violenza fisica nei confronti di una donna è sempre preceduta da svariate forme di violenza psicologica.

Purtroppo molto spesso questo tipo di violenza è sottovalutata e difficile da identificare se la vittima stessa non è in grado di riconoscerla come violenza. In realtà essa ha un peso non indifferente non solo perché, come detto, rappresenta in molti casi l’anticamera della violenza fisica ma per la sofferenza e l’intenso disagio che provoca in chi la subisce. 

Quando si parla di violenza psicologica si fa riferimento a una lunga serie di “microviolenze” ripetute nel corso del tempo quali ad esempio il controllo, la gelosia, le critiche, le umiliazioni e il disprezzo.

Espressioni come “Sei brutta!”, “Scusate mia moglie, è una deficiente!”, “Sbagli sempre tutto! Non ne fai una giusta!”, “Non me l’hai mai detto! Te lo sarai immaginato!” sono messaggi fortemente svalutanti che feriscono profondamente e il cui scopo è quello di dimostrare alla persona che è priva di valore.


Una specifica forma di violenza psicologica è il gaslighting, termine che deriva da un’opera teatrale degli anni ‘40 “Gas light” la cui trama tratta di un marito che, al fine di indurre la moglie alla pazzia, modifica elementi dell’ambiente e, quando la moglie nota i cambiamenti, lui li nega sostenendo che è tutto frutto della sua immaginazione.

Il gaslighting, dunque, è una vera e propria forma di manipolazione mentale che a lungo andare annulla le capacità di giudizio della persona che ne è vittima sino ad indurla a convincersi che è pazza. Secondo alcuni studiosi non di rado questa forma di violenza è responsabile del crollo psicologico di alcune vittime che nelle situazioni più drammatiche giungono finanche al suicidio.


Per comprendere l’impatto che questa grave forma di manipolazione può avere sulla salute psicologica della vittima, occorre tener presente che essa avviene spesso all’interno di una relazione di coppia, ambito in cui ognuno di noi si aspetta rispetto, cura e comprensione e dove invece l’amore viene soppiantato silenziosamente e subdolamente dalla crudeltà mentale gratuita.

L’elemento su cui si fonda il gaslighting, infatti, è l’inganno. Il manipolatore nega, distorce, omette, nasconde continuamente aspetti ed informazioni chiave degli eventi, afferma qualcosa e poi nega con assoluta sicurezza di averla detta, mostra incredulità per ciò in cui l’altro crede, alterna silenzi ostili a critiche destabilizzanti, e utilizza espressioni apparentemente banali del tipo “sei troppo sensibile” per ridicolizzare il disagio sperimentato dall’altro.

Un tipico esempio è quello dell’uomo infedele che al fine di nascondere i propri tradimenti convince subdolamente la moglie che le prove che lei correttamente percepisce e vede in modo palese, in realtà non esistono!

Tutto questo provoca disorientamento e confusione nella vittima che viene progressivamente indotta a dubitare sempre più della propria memoria e della propria capacità di valutare la realtà. Può persino accadere che il manipolatore induca la sua vittima a pensare che gli abusi e le violenze non siano mai accaduti.

Ne consegue che quando questa forma di violenza diventa cronica, la vittima si convince che ciò che l’abusante dice nei suoi confronti è assolutamente vero, ovvero che lei è veramente brutta, incapace e colpevole e che, se lui dovesse essere lasciata, rimarrebbe sola per sempre, perché nessuno può stare con una povera pazza come lei.

Si concretizza in questo modo la beffa delle beffe: la vittima si affida completamente a quanto dice e decide il suo carnefice e chiede proprio a lui di non abbandonarla di aiutarla e proteggerla! E mentre lei precipita in una spirale di insicurezza, depressione e totale dipendenza, il suo abusante si assicura una posizione di potere e dominio su di lei. Essendo ormai privata della capacità di giudizio è estremamente difficile che la vittima chieda spontaneamente aiuto per sé.

Più frequentemente infatti sono i familiari, gli amici o i colleghi che provano ad “aprirle gli occhi” spingendola a formulare una richiesta di aiuto e fare così il primo passo per liberarsi da una relazione perversa e dolorosa.

Ecco perché nel gaslighting, trattandosi di una forma estrema di violenza psicologica, il sostegno psicologico è molto complesso ma assolutamente indispensabile affinché la vittima riacquisti la fiducia e il valore di sé che il carnefice le ha ingiustamente sottratto.

Pubblicato da *LorySmile*

Semplice, ingegnosa e ironica. "Le apparenze ingannano." Karma. Resilienza. Vivi e lascia vivere. Chi vince delle volte perde, chi pere delle volte vince.

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